La RSA testimonia la propria gratitudine alla Madonna di Porto

Pazienti e famiglie uniti in preghiera nella Basilica Minore

“Anche nelle prove più difficili, gli anziani che hanno fede sono come alberi che continuano a portare frutto”. Sono queste le parole del Santo Padre che il personale della Rsa “Madonna di Porto” ha fatto proprie organizzando per tutti i suoi ospiti, nella giornata di martedì 23 luglio, la visita all’omonima Basilica di Gimigliano.

L’iniziativa è stata promossa per mantenere e rinforzare l’identità ed il legame territoriale di tutti gli ospiti ma anche per creare un momento di profonda condivisione con le loro famiglie dopo anni di restrizioni sociali. In più, l’equipe che già promuove e cura momenti di preghiera e funzioni religiose all’interno della Struttura, ha valutato come fosse importante favorire un ancoraggio spirituale ancora più saldo e in grado di supportarli nella malattia e contrastare i momenti più bui o di sofferenza emotiva della loro esistenza.

È così che, con cappellini e doni per la Madonna alla mano, e accompagnati da tutte le figure in servizio coordinate dal management e dal medico responsabile della Residenza, i pazienti hanno raggiunto la Basilica Minore per assistere alla Santa Messa celebrata dal Rettore don Fabrizio Fittante affiancato dal diacono don Andrea Arcuri.

Fortemente commovente il colpo d’occhio sulla navata centrale della Basilica: abbracciati ai loro cari, gli ospiti della Rsa hanno affidato anima e cuore alla preghiera con un’espressione rinnovata, con una visione più fiduciosa di sé ed uno spirito nuovo e più apertonei confronti della vita e degli altri.

Protagonisti attivi della celebrazione eucaristica anche nella formulazione delle preghiere dei fedeli, durante l’offertorio hanno presentato con gioia al Cielo alcuni manufatti realizzati all’interno dei laboratori pratico-manuali e grafico-creativi e che sono diventati simbolo delle loro riflessioni: un rosario realizzato artigianalmente con materiali di recupero, come affidamento delle proprie preghiere; una clessidra rappresentante il proprio tempo, inteso come passato, presente e futuro da offrire alla Fede; un bastone come accettazione e conforto nella sofferenza; un mazzo di fiori con cui “adornare” il capo della Madonna.

Per i pazienti e per le loro famiglie la giornata si è conclusa con una irrobustita speranza ed una nuova progettualità sul futuro, pur nella consapevolezza delle loro condizioni di vita e di salute, ma anche con l’impegno da parte dell’organizzazione di riproporre altre iniziative come questa che possano ancora una volta spalancare le porte della Struttura e scardinare definitivamente il concetto della Rsa come luogo chiuso e impenetrabile.

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